LA CHIRURGIA ROBOTICA

Ad oggi la chirurgia robotica rappresenta la tecnologia più avanzata nel campo della chirurgia mini-invasiva.

Evoluzione naturale della chirurgia video-laparoscopica, la tecnologia robotica permette di raggiungere gli stessi obiettivi delle tecniche a cielo aperto attraverso piccole incisioni sulla parete addominale.

Il robot supera i limiti della tradizionale laparoscopia, in quanto l’operatore, seduto alla consolle, guarda il campo operatorio all’interno di un monitor 3D ad alta definizione e utilizza i joystick avendo la sensazione di essere sul campo operatorio. In questo caso è in grado di minimizzare la difficoltà di coordinazione occhio-mano, tipica della chirurgia laparoscopica. In particolare, i bracci robotici permettono una maggiore manovrabilità degli strumenti chirurgici, in modo tale da realizzare in modo più semplice movimenti estremamente precisi in tutti i piani, le direzioni e i gradi di movimento.

Nello specifico gli strumenti robotici hanno sette gradi di libertà, rispetto ai tre o quattro descritti per gli strumenti laparoscopici, che consentono movimenti superiori a quelli permessi dal polso umano.

Inoltre, il robot elimina il tremore dell’operatore, rendendo l’azione più precisa e quindi maggiormente sicura. Infine, non è da trascurare il comfort del chirurgo, il quale può affrontare interventi chirurgici complessi e di lunga durata comodamente seduto alla consolle.

VANTAGGI IN CHIRURGIA UROLOGICA

Il robot Da Vinci ha permesso il perfezionamento nella tecnica chirurgica in particolare nella prostatectomia radicale e nella nefrectomia parziale.

In particolare, per quanto riguarda la patologia oncologica prostatica, la maggior precisione del sistema robotico ha permesso un miglioramento nell’identificazione del giusto piano di dissezione anatomica, rendendo così possibile una chirurgia più rispettosa delle terminazioni nervose necessarie all’erezione, riducendo il rischio di intaccare la radicalità oncologica.

Per quanto riguarda la nefrectomia parziale, l’avvento del robot Da Vinci ha consentito di trattare neoplasie renali di grosse dimensioni, andando ad enucleare e quindi rimuovere la sola neoplasia, risparmiando la parte sana di rene. Ciò permette al paziente di mantenere la sua normale funzionalità renale, riducendo le complicanze generali ed in particolare cardiovascolari successive all’intervento.

CHIRURGIA ROBOTICA UROLOGICA

  • Prostatectomia Radicale
  • Nefrectomia Parziale
  • Nefrectomia radicale
  • Nefroureterectomia
  • Surrenalectomia
  • Cistectomia radicale e Neovescica
  • Pieloplastica
  • Ureteroplastiche
  • Ureteroneocistoplastiche
  • Colposacropessi

VANTAGGI E SVANTAGGI

I maggiori vantaggi riscontrati sono:

  • Minor dolore postoperatorio, minor tasso di sanguinamento e quindi riduzione della degenza ospedaliera

  • Maggiore precisione chirurgica grazie alle possibilità di rotazione e manovrabilità degli strumenti e all’eliminazione del tremore fisiologico

  • Ottenimento di risultati oncologici e funzionali migliori rispetto alla tradizionale chirurgia video-laparoscopica

Svantaggi:

  • Elevato costo della strumentazione

  • Mancanza del feedback aptico, caratteristica di un dispositivo che permette di manovrare un robot e di riceverne delle sensazioni tattili in risposta

  • Necessità di spaziose sale operatorie, dove poter collocare la consolle ed il voluminoso sistema di bracci

 

COME È FATTO IL ROBOT DA VINCI?

Il chirurgo, altamente formato in questo tipo di chirurgia, si posiziona seduto comodamente alla consolle, dove opera utilizzando due particolari manipolatori (master) con cui muove gli strumenti robotici e l’ottica.

La visione è permessa grazie ad un sistema ad immersione in cui il chirurgo inserisce la testa permettendogli una visione in 3D ad alta definizione, simulando la situazione di essere completamente immerso nel campo operatorio.

Separatamente al sistema della consolle è presente il robot vero e proprio formato da 4 braccia meccaniche che vengono inserite all’interno del campo operatorio.

Alle braccia vengono fissati i vari strumenti come pinze, forbici ecc che il secondo chirurgo presente al tavolo operatorio provvede ad introdurre nella sede dell’intervento.